È davvero importante andare a votare l’8 e il 9 giugno.
Lo è per difendere la democrazia e una convivenza basata sul rispetto reciproco, sulla libertà di espressione, sulla tutela delle minoranze, sulla partecipazione dei cittadini alla vita e alle decisioni politiche, sullo stato di diritto.
Con tutti i suoi limiti, l’Europa deve essere difesa anzitutto con il voto. Se chi ci Governerà avrà ottenuto pochissimi voti a causa di un crescente astensionismo, il suo agire non sarà del tutto né legittimo né all’altezza di quella che dovrebbe essere una vera democrazia.
L’Europa, così dileggiata, è un angolo di mondo ancora democratico circondato da guerre e violenze. Fuori dall’Europa assistiamo a vessazioni sulle donne, al mancato rispetto dei diritti umani, a metodi educativi ancora violenti e irrispettosi dei diritti dei bambini e delle bambine.
Certamente, l’Europa è una comunità politica e civile che si può migliorare, ma la via non può essere quella del triste passato. Quando non c’era la Comunità Europea, i nostri antenati semplicemente si ammazzavano in lunghe guerre. Non dimentichiamolo e, di conseguenza, non diamo il nostro consenso a chi vuole smantellarla. Non lasciamoci sedurre da retoriche del passato, quando i nazionalismi la facevano da padrone, quando i confini impedivano la libera circolazione.
E allora, per cosa votare?
Penso che occorra dare la precedenza a tre precisi temi, tre pezzi dello stesso puzzle: pace, ambiente, diritti dei bambini e delle bambine.
Non c’è futuro in questo invaghimento per la guerra, la vittoria militare, l’uccisione del nemico. C’è solo un ritorno alle tragedie del ‘900. Servono negoziati e vie non violente per ricomporre le ovvie dispute e gli immancabili conflitti che continueranno a esistere ma che non possono mai e poi mai sfociare nella violenza. Da tre generazioni, nella Comunità Europea, si vive senza conoscere la tragedia della guerra. Non facciamo rivivere ai più piccoli quell’incubo
Il secondo aspetto è il sostegno ai nostri giovani che hanno deciso di affrontare una sfida fondamentale: quella a favore dell’ambiente e in contrasto con il cambiamento climatico, Non esiste un piano B alla riduzione delle emissioni, alle scelte ecologiche e alla difesa di un ambiente pulito per poter evitare una catastrofe climatica che renderebbe sempre più inabitabile il nostro Pianeta al genere umano.
Infine, l’ultimo pezzo di questo puzzle: i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, sono la più importante risorsa di cui ogni comunità dispone. Mettiamo al centro politiche a loro favore che sappiano investire in scuole, spazi, sostegno ai genitori ed educazione alla buona crescita. E che possano fornire loro i migliori strumenti per imparare a gestire adeguatamente i conflitti relazionali.
Articolo di Daniele Novara pubblicato il 4 giugno 2024 sulle pagine di Avvenire.