Il registro elettronico fa male

Il registro elettronico è stato una pessima iniziativa che rientra nella logica della digitalizzazione della scuola e che non crea vantaggi ma danni.
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Il registro elettronico è stato una pessima iniziativa che rientra nella logica della digitalizzazione della scuola e che non crea vantaggi ma danni.

Diciamolo senza mezzi termini e senza paura: il registro elettronico è stato una pessima iniziativa che rientra nella logica della digitalizzazione della scuola, come se avere più tecnologia avesse dei vantaggi intrinseci che invece non ha.

Registro elettronico e la media voti

Sembra innanzitutto sfuggire la dannosità di una delle sue principali funzioni: creare la media dei voti ricevuti dal singolo alunno. Un elemento apparentemente raffinato che trovo del tutto tragico.

Che senso ha una valutazione sulla base della media numerica che mette assieme voti presi da un alunno mesi prima, agli inizi del suo apprendimento quando era del tutto normale poter incepparsi, sbagliare, indugiare in qualche errore?

Se la scuola funziona, gli alunni migliorano progressivamente in quanto la scuola è proprio quella comunità dove si va per imparare, ossia per passare da uno stato di ignoranza a uno stato di apprendimento. Se viceversa diventa una specie di tribunale che processa i suoi membri, ossia gli alunni, sulla base degli errori che compiono, non solo perde il suo scopo, ma addirittura diventa controproducente.

Enfatizzare il progresso

Ritengo che dare i voti sulla base della media matematica, che include quelli inferiori ricevuti durante i primi tempi dell’apprendimento, rappresenti una vera e propria violazione dei diritti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze. Si tratta di un’operazione al limite del sadismo.

Al contrario, occorre enfatizzare al massimo non la media ma il progresso, ossia come sia importante l’ultima valutazione acquisita nel percorso di un alunno e di un’alunna. La media matematica è una delle peggiori pratiche inerziali e arcaiche della scuola tradizionale, produce esclusione.


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Una valutazione diversa

Che inclusione può essere quella di giudicare gli alunni non sulla base dei loro progressi, ma del recupero dei voti iniziali, come se questi dovessero già in partenza trovarsi all’altezza di un processo che si deve ingenerare proprio dentro l’istituzione scolastica?

Al momento degli scrutini, invito tutti gli insegnanti a sospendere questa pratica e a valutare gli alunni dando un peso maggiore, se non univoco, all’ultimo voto preso che definisce se il progresso c’è stato o no, liberando la scuola dal vincolo perverso della media matematica, dal giudizio sull’errore che dev’essere considerato, come ci ricorda tutta la grande pedagogia, un momento di costruzione del sapere, dell’apprendimento.

Il registro elettronico e l’autonomia

Inoltre, a che pro favorirne al massimo grado la conoscenza da parte dei genitori, tramite il registro elettronico, se questo aumenta l’alienazione scolastica dei figli stessi?

Ragazzi e ragazze considerano infatti l’andare a scuola quasi un riflesso forzato della volontà e dell’intenzionalità degli adulti. Come se non li riguardasse.

La tecnologia, tanto più digitale, a tutti i costi è un equivoco. Il registro elettronico ne è l’esempio lampante: sta creando un disagio enorme alle famiglie e ai rapporti con gli insegnanti. Il ruolo dei genitori nei confronti della scuola non può essere quello di controllo, ma di creare le condizioni migliori perché i figli, quando sono a scuola, diventino alunni e riescano ad attivare tutti i processi di apprendimento che servono per vivere l’esperienza scolastica al meglio.

La scuola rischia oggi di diventare un’incombenza eccessiva non un luogo di sviluppo di una socialità con i compagni volta ad affrontare con gioia e soddisfazione un apprendimento che apre alla vita.

Non abbiamo bisogno di tecnologie digitali sbagliate. Da sempre la scuola funziona se vi è presente quel tanto che basta. L’essenziale. Il superfluo tecnologico è quanto di più dannoso ci possa essere.

Testo tratto dall’articolo “Il registro elettronico fa male” a firma Daniele Novara e pubblicato sulla nostra rivista “Conflitti“.
26 giugno 2025

Il registro elettronico è stato una pessima iniziativa che rientra nella logica della digitalizzazione della scuola e che non crea vantaggi ma danni.

Il registro elettronico è stato una pessima iniziativa che rientra nella logica della digitalizzazione della scuola e che non crea vantaggi ma danni.

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