Gli studenti passano molte ore del giorno, della settimana e della loro vita tra i banchi di scuola. E lo fanno nell’età dello sviluppo. L’imprinting che riceviamo a scuola ci accompagna fin all’età adulta, per questo motivo, il tema del benessere di alunni e insegnanti è centrale. Apprendere in un clima di benessere facilita il percorso scolastico.
Cosa significa il benessere a scuola
Tutti noi ci ricordiamo di uno specifico maestro o di una maestra, o di quella volta che successe una qualche cosa che ci ha colpito davvero. Spesso questi ricordi influenzano anche il nostro modo di lavorare in gruppo, di stare nelle difficoltà, di gestire le esperienze della vita.
Ecco perché è così importante parlare di benessere a scuola. Si tratta di quel clima che permette ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di raggiungere la consapevolezza delle proprie potenzialità, la capacità di coltivare i propri talenti e l’abilità di prendere decisioni per affrontare le difficoltà.
Perché parlare di benessere a scuola?
Stare bene a scuola favorisce favorire la creazione del gruppo-classe e, contemporaneamente, sostiene la motivazione di ogni alunno. Non solo, può essere un grande volano per migliorare la relazione sia tra docenti e alunni che tra pari. Agendo sul livello socioaffettivo può attivare curiosità, attenzione e partecipazione
Benessere a scuola vuol dire sentirsi riconosciuti e appartenenti, in ottica inclusiva, dove la valorizzazione di ciascuno porta ad un bene collettivo.

Dove puoi trovare strumenti e tecniche pratiche per sostenere il benessere a scuola?
Partecipando al nostro nuovo convegno “Stare bene a scuola. Come migliorare il clima della classe”
Imparerai strategie pratiche per migliorare il clima della classe, favorire il gruppo e sostenere la motivazione degli alunni. Con Daniele Novara, Raffaele Mantegazza insieme allo Staff Formatori e Formatrici CPP.
Il punto di vista degli studenti
Se i bisogni di ciascuno sono riconosciuti e integrati all’interno delle relazioni di gruppo, se il docente mantiene alta l’attenzione non solo sul compito, ma anche sul cuore emotivo della classe, ogni studente si sentirà parte del gruppo e sarà collaborante e motivato all’apprendimento, utile e necessario per i suoi compagni. Curando il benessere a scuola si instaura una interdipendenza positiva tra gli studenti che collaborano e si sostengono a vicenda. Si stimolano nel raggiungimento degli obiettivi.
La relazione diventa volano per le competenze, non solo sociali o emotive, ma anche disciplinari.
Non è forse meglio in gruppo? Non si fa meno fatica a studiare insieme?
“Consiglierei questa scuola perché mi ha cambiato”, “entri in un modo ed esci con la voglia di volare”, “Vivi la scuola senza stress e sfrutta quest’opportunità per crescere”
Queste sono affermazioni di ragazzi e ragazze che ci indicano una scuola capace di motivare, di creare desiderio di imparare, che sostiene le fatiche e l’impegno. E di farlo senza bollare come una macchia gli errori. Una scuola capace di accogliere ma anche di lasciar andare, una scuola che fa crescere in quanto ospita tutte le diversità e sostiene il pieno sviluppo di ogni alunno.
Il punto di vista dei docenti per curare il benessere a scuola
Un gruppo classe che funziona offre benessere per gli studenti, ma anche per i docenti. Aumenta la motivazione e arricchisce docenti e alunni non solo da un punto di vista culturale, ma anche personale.
“Ogni volta che inizia un nuovo gruppo mi rimetto in gioco” ci dicono gli insegnanti incontrati nelle nostre aule di formazione, “mi sento utile, sto seminando il futuro”.
Questa energia nutre e alimenta tutti i componenti della classe, anche gli adulti coinvolti che sentono di aver investito le loro forze per un bene collettivo. Il feedback di benessere contagia tutti i membri del gruppo e stimola l’apprendimento intergenerazionale nelle scuole. Gli studenti imparano conoscenze e competenze, e i docenti rinnovano la loro voglia di aggiornarsi, di ricerca e di crescita professionale.
Nel percorso di formazione come docente, o di abilitazione come insegnante, puoi non aver incontrato questi strumenti, ma l’aggiornamento, l’esperienza sul campo e la condivisione con i colleghi può generare un background condiviso di possibilità.
Quante volte hai condiviso materiali, lezioni e feeedback di come sia andata un’esperienza proposta? Eppure cercando i precedenti positivi nella tua esperienza e in quella dei tuoi colleghi troverai attrezzi che fanno al caso tuo! Sarebbe bello riuscire a condividere tra docenti tutto questo.
Maria Teresa Pepe, pedagogista, formatrice e counselor maieutica
9 maggio 2025