Quando un bambino alza la voce, spinge, morde o mostra rabbia improvvisa, è facile sentirsi sopraffatti: cosa sta accadendo? Dove sta andando questo comportamento?
Nel nostro lavoro educativo, genitoriale o scolastico, possiamo arginare, indirizzare il piccolo, senza sottrarlo alla necessaria frustrazione che capita nelle relazioni con gli altri, anche con i coetanei.
Può succedere che i bambini vengano etichettati come aggressivi, non tenendo conto del contesto in cui si muovono e crescono e dando per scontato che siano tutti uguali, nei comportamenti e nelle dinamiche che si attivano tra loro.
Riuscire a comprendere che i bambini hanno diritto ad un loro spazio/tempo da vivere nella relazione tra pari con serenità, ma anche con la possibilità di sperimentare e sperimentarsi, è una competenza importante da coltivare.
Perché ti serve
In questo corso imparerai a leggere l’aggressività non come nemica, ma come messaggio; a trasformarla, insieme al bambino, da urto relazionale a tappa di crescita emotiva.
Attraverso riflessioni pedagogiche, strumenti operativi e casi concreti andremo oltre la reazione istintiva, per costruire spazi in cui l’aggressività viene intercettata e diventa occasione per sviluppare fiducia, autonomia e competenza emotiva.
Con noi potrai dimenticarti la sensazione di “non sapere come reagire” e acquisire sicurezza e consapevolezza di fronte ai comportamenti aggressivi.
Contribuirai così a a una cultura educativa che non si limita al controllo, ma accompagna la crescita emotiva reale dei bambini e, insieme, anche la nostra come adulti educanti.
Ti è mai capitato di
Non capire cosa “c’è dietro” a uno scoppio di rabbia di tuo figlio e di sentirti senza strumenti per decodificare quel messaggio? Con noi imparerai a leggere quei comportamenti come segnali di bisogni, emozioni e dinamiche relazionali e non come “difetti del bambino”. Potrai trasformare l’episodio aggressivo in informazione educativa utile.
Trovarti in aula davanti a un bambino che esplode o provoca, sentire montare anche le tue emozioni e non sapere come trasformare quel momento in un’esperienza educativa condivisa? Ti insegneremo a distinguere tra emozioni e comportamenti e ad usare regole e cornici in modo adeguato all’età, perché la classe resti un luogo di apprendimento e non di contenimento.
- Reagire di impulso con tua figlia e poi sentirti in colpa perché avresti voluto invece darle fiducia e accompagnarla senza umiliarlo? Nel corso imparerai a stare emotivamente nella situazione senza giudizio, a dare fiducia ai bambini pur mantenendo limiti chiari, e a intervenire in modo che l’episodio diventi crescita e non rottura di relazione.
- Fare fatica con colleghi o famiglie a costruire percorsi coerenti per gestire l’aggressività infantile, confondendo regole e divieti e senza un linguaggio comune che permetta azioni coordinate e non punitive? Apprenderai l’abilità di condividere criteri, strumenti e un linguaggio educativo comune per costruire linee di intervento coerenti, aiutando adulti e bambini a orientarsi in un quadro stabile e non reattivo.
Le iscrizioni per questa edizione sono aperte.
Per informazioni: info@cppp.it oppure 0523498594 (dalle 9.00 alle 17.00 da lunedì a venerdì).
Il seminario è riconosciuto dal MIUR come aggiornamento e formazione per insegnanti. È possibile iscriversi utilizzando anche la Carta del Docente.
Il corso è riconosciuto all’interno della Scuola di Counseling Maieutico e come aggiornamento per counselor.
Al termine del seminario verrà rilasciato un attestato di partecipazione pari a 11 ore.

Gli aspetti unici di questo corso
- Formazione condotta da esperti riconosciuti: Il corso è guidato direttamente da Lorella Boccalini e Vanja Paltrinesi, figure di riferimento nel campo della pedagogia italiana, garanzia di qualità formativa.
- Esempi concreti: per stimolare l’apprendimento e per mostrarti come ciò che hai imparato può davvero modificare il tuo approccio
- Interazioni continua con i partecipanti: attraverso strumenti di coinvolgimento
- Accessibile e coinvolgente: si svolge online, con contenuti pensati per essere chiari, pratici e subito applicabili nella vita quotidiana.
- Attenzione all’alleanza educativa: strumenti per lavorare con il team e coinvolgere le famiglie nelle strategie di intervento
Riconoscimenti e valore formativo: attestato di 11 ore e possibilità di iscriversi con la Carta del Docente; corso riconosciuto dal MIM
Chi è Lorella Boccalini
Lorella Boccalini è pedagogista, formatrice e counselor.
Laureata in Sciente pedagogiche, Si è occupata per molti anni di educazione in ambito internazionale. Collabora con il CPP dal 2000 per progetti di formazione e supervisione in ambito pedagogico e consulenza ai genitori.
È docente della Scuola di Counseling Maieutico CPP.
Ha diretto per 13 anni un asilo nido a Milano.
Fa parte del comitato di redazione di Conflitti, rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica.
Destinatari
Il corso “Gestire l’aggressività nell’infanzia” si rivolge a genitori, insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria ed educatori che vivono a contatto con bambini e bambine nei primi anni di vita e si trovano a gestire episodi di aggressività. È pensato per chi desidera capire il senso di questi comportamenti e vuole acquisire criteri e strumenti per accompagnarli in modo educativo, lavorando anche su di sé, sulle proprie reazioni e sulla costruzione di una coerenza tra casa, scuola e servizi.
In generale è adatto a chi vuole passare da risposte impulsive o punitive a un approccio che sappia leggere, contenere e trasformare l’aggressività infantile in un’opportunità di crescita.
Struttura e metodo
Il corso si svolgerà online e si articola su 2 moduli
Sabato 11 aprile dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30.
Domenica 12 aprile dalle 9.30 alle 13.30.
Vuoi saperne di più?
Per qualsiasi dubbio o richiesta informazioni sul corso compila il modulo sottostante oppure scrivi alla mail info@cppp.it o chiamaci ai numeri 0523498594 – 3317495412.
Domande Frequenti
Nell’infanzia le manifestazioni aggressive non esprime cattiveria né intenzione di nuocere: sono “scarichi” emotivi che arrivano dove il bambino non ha ancora parole, regolazione e mediazione.
L’aggressività, entro certi limiti, è un passaggio evolutivo che permette di fare esperienza dei confini propri e altrui, di testare la relazione e di comunicare un disagio o una frustrazione.
Diventa davvero un problema solo quando l’adulto interpreta tutto come errore o maleducazione e risponde con giudizi o punizioni che irrigidiscono il processo invece di accompagnarlo.
Non c’è una causa unica. Il temperamento gioca un ruolo (alcuni bambini “sentono” più forte e scaricano nel corpo), ma conta anche la qualità delle relazioni e, soprattutto, la risposta degli adulti: un ambiente dove l’aggressività viene repressa senza decodifica o, al contrario, ignorata senza guida, tende a farla persistere.
Viceversa, quando l’adulto legge il gesto come segnale, dà parole all’emozione, mette limiti chiari e costanti, il bambino progressivamente impara strade alternative per esprimersi.
Il punto non è “lasciare fare”, ma tenere insieme due linee: riconoscere l’emozione e contenere il comportamento.
Si può dire, ad esempio: «Capisco che sei molto arrabbiato, ma non si può fare male»; questo permette al bambino di sentirsi visto senza essere definito (“sei cattivo”), e allo stesso tempo introduce un limite netto.
La forza dell’intervento non sta nel volume della voce, ma nella coerenza e nella capacità di restare adulti affidabili mentre il bambino è in tempesta.
Il divieto è una barriera immediata (“questo non si può fare ora”), mentre la regola è una cornice stabile che si apprende nel tempo e guida i comportamenti (“qui funziona così”). Con i bambini piccoli i divieti servono nei momenti di rischio o urgenza, ma se diventano lo strumento principale generano opposizione oppure paura.
Le regole vanno introdotte in modo chiaro, coerente e proporzionato all’età, così che il bambino impari non solo cosa non deve fare, ma come può muoversi in modo adeguato nel gruppo e nella relazione.



