Collaborazione a scuola: dal digitale al “faccia a faccia”.

La collaborazione a scuola può evitare una cosa: l'espressione catatonica e priva di gioia che molti gli insegnanti vedono nei loro studenti.
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La collaborazione a scuola è fondamentale per evitare una cosa: l’espressione catatonica e priva di gioia che molti gli insegnanti vedono ogni mattina nei loro studenti. Un volto stanco, triste, che riflette una mancanza di entusiasmo e interazione. Questa espressione è la stessa di chi sta davanti a uno schermo.

I dati attuali indicano che il benessere mentale degli adolescenti è in declino, con livelli di ansia e depressione ai massimi storici.

Il malessere in classe: segnali e manifestazioni

Questo disagio si manifesta anche in alcuni atteggiamenti che emergono a scuola: l’apatia durante le lezioni, il tenere la testa sul banco o, in alcuni casi, addirittura, addormentarsi durante le spiegazioni frontali.

Quando vengono invitati a lavorare insieme in classe, si nota un incremento di vivacità ed energia che non sempre si traduce in un vero impegno. Le attività di gruppo si riducono, spesso, a una semplice suddivisione dei compiti. Il lavoro dei compagni non viene controllato, si evita il confronto e, se per l’insegnante il risultato finale è insoddisfacente o si rassegnano passivamente, oppure individuano un capro espiatorio. Raramente, invece, si assiste a un’assunzione di responsabilità collettiva.

Questo approccio mette in evidenza una difficoltà nella collaborazione a scuola, nel lavorare insieme in modo autentico: ognuno tende a concentrarsi esclusivamente sulla propria parte, senza un reale scambio di idee o collaborazione effettiva. Una difficoltà che può essere in parte ricondotta alla carenza di una reale cultura collaborativa e di lavoro di gruppo, elementi chiave della collaborazione a scuola, che manca in modo particolare nella scuola italiana.

L’erosione delle relazioni: la riflessione di Spitzer

Già nel 2012, il neuroscienziato tedesco Manfred Spitzer, nel suo libro Demenza digitale (Corbaccio), affrontava proprio questi temi nel capitolo intitolato “Social network: Facebook invece che faccia a faccia”. L’autore esaminava come l’uso crescente dei social network stesse sostituendo le interazioni personali dirette, influenzando negativamente le capacità sociali e relazionali degli individui.

La sua analisi evidenziava l’importanza delle interazioni faccia a faccia per lo sviluppo emotivo e sociale, fondamento essenziale della collaborazione a scuola, competenze che sembrano progressivamente erodersi con l’aumento della dipendenza digitale.

Questa riflessione trova un solido riscontro nelle ricerche successive, dimostrando quanto siano fondamentali le interazioni faccia a faccia per l’apprendimento e lo sviluppo umano.


Convegno CPP On Line 2025

Non perdere l’occasione: la collaborazione è uno dei temi che tratteremo durante il nostro nuovo convegno intitolato:

Stare bene a scuola. Come migliorare il clima della classe

Un convegno di servizio, pratico e operativo con idee per una scuola che sappia allearsi con i bisogni profondi degli alunni e delle alunne nell’orizzonte di un apprendimento liberatorio che valorizzi il saper stare con gli altri.


Il ruolo cruciale delle interazioni umane

Ancora gli studi di Spitzer hanno rivelato, per esempio, che i bambini piccoli non sono in grado di percepire l’unità tra immagini e suoni provenienti da fonti diverse. Questo è il motivo per cui non possono imparare una lingua attraverso un dispositivo digitale.

Per molti anni si è pensato che fosse possibile, si veda il successo di Baby Einstein, un software per lo sviluppo linguistico dei bambini in età prescolare. La scienza ha dimostrato il contrario: l’apprendimento della lingua avviene grazie alla presenza di un interlocutore, al contatto visivo, al tono della voce e al ritmo naturale della conversazione.

Queste stesse dinamiche valgono anche per gli adolescenti. Le interazioni faccia a faccia sono fondamentali per costruire empatia e prevenire stati di ansia e depressione. In questo contesto, promuovere la collaborazione a scuola diventa un obiettivo centrale. Gli insegnanti possono giocare un ruolo cruciale nel promuovere una vera collaborazione e aiutare i ragazzi a riscoprire il valore delle relazioni umane.

Strategie pratiche per educare alla collaborazione

Ecco alcune indicazioni pratiche per favorire una collaborazione a scuola autentica e costruttiva:

  • Usare materiali cartacei anziché digitali è una scelta strategica per favorire la collaborazione a scuola. Privilegiate supporti analogici: distribuite fotocopie di materiali, libri o documenti su cui i ragazzi possano lavorare fisicamente. Questo elimina le distrazioni e favorisce la concentrazione.
  • Proporre problemi da risolvere. Create situazioni che richiedano un ragionamento collettivo, per esempio una situazione stimolo che parta da un problema aperto per stimolare il confronto e l’elaborazione di idee. Questo approccio è alla base di una vera collaborazione a scola, dove ogni studente contribuisce attivamente.
  • Organizzare attività in coppia, invece di gruppi più grandi. Date priorità al lavoro in coppia, poiché la difficoltà degli studenti a collaborare aumenta con la dimensione del gruppo. Lavorare in due permette una maggiore focalizzazione e facilita il confronto diretto. Scegliete con cura le coppie, preferendo abbinamenti intellettualmente affini: la sintonizzazione delle menti è più probabile quando gli studenti condividono un livello simile di competenze o interessi.
  • Incoraggiare il contatto visivo e l’ascolto attivo. Proponete attività che richiedano di guardarsi negli occhi, ascoltare e rispondere a ciò che l’altro sta dicendo, aiutando a costruire una connessione emotiva. Questo è un aspetto chiave per rafforzare la collaborazione a scuola e le competenze relazionali.
  • Dare feedback immediato e costruttivo. Valorizzate gli sforzi dei ragazzi nel collaborare e aiutateli a riconoscere il valore del loro contributo all’interno del gruppo. Il feedback rappresenta un motore della collaborazione a scuola, rendendo visibili i risultati del lavoro comune.

    Collaborare a scuola ottenendo risultati

    Se si lavora in questa direzione, i risultati non tardano ad arrivare. I ragazzi e le ragazze diventano più motivati, più coinvolti e felici di stare a scuola. Le relazioni, costruite anche attraverso il lavoro collaborativo, li aiutano a sentirsi parte di una comunità, a crescere, non solo intellettualmente ma anche emotivamente.

    Non abbiate paura di pensare che il tempo dedicato a farli lavorare insieme sia sprecato: favorire la collaborazione a scuola è un investimento essenziale perché gli alunni diventino meno ansiosi e imparino a collaborare, una competenza fondamentale per la vita e il lavoro.

    Testo tratto dall’articolo “Dal digitale al “faccia a faccia”: il ruolo della scuola per combattere ansia e isolamento” di Antonella Gorrino, pubblicato sulla nostra rivista “Conflitti”.
    29 maggio 2025

    La collaborazione a scuola può evitare una cosa: l’espressione catatonica e priva di gioia che molti gli insegnanti vedono nei loro studenti.

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