Usare tecniche di mutuo insegnamento rappresenta la forma più efficace per consentire agli alunni di apprendere grazie al confronto con i propri compagni, al fare insieme e allo sperimentare in gruppo. Quando ci sono tecniche di mutuo insegnamento, l’alunno diventa protagonista dell’apprendimento in un’esperienza di aiuto reciproco. Le attività che l’insegnante può proporre al gruppo-classe sono varie.
- La scrittura collettiva
- La merenda fruttuosa
- La lezione tutorial
- Il mercatino delle cose da imparare
- Lo studio cooperativo
- Mario Lodi
La scrittura collettiva come tecnica di mutuo insegnamento
La scrittura diviene una vera e propria forma di comunicazione: scrivere assieme per trasmettere qualcosa di importante, un messaggio che il gruppo ritiene utile dare a interlocutori precisi. Non si tratta della scrittura come puro strumento tecnico e individualistico (per la lettura dell’insegnante o dei compagni, per prendere un bel voto…).
In Italia, grandi maestri di questa tecnica di mutuo insegnamento sono Mario Lodi e don Lorenzo Milani. Mario Lodi scrive con i suoi bambini della scuola elementare di Vho di Piadena Cipì, capolavoro della letteratura infantile. Don Milani dà vita a Lettera a una professoressa scritta con i suoi alunni e pubblicata pochi mesi prima della sua morte. Un testo che ha accompagnato una generazione e ancora oggi – ahimè – estremamente attuale.
Scriveva nell’incipit:
Questi sono i bambini, i ragazzi che l’hanno scritta assieme, c’è il loro mondo, la loro vita, la loro voglia di libertà e di riscatto, questa è la potenza della scrittura collettiva, un fare assieme per dire le proprie idee, per gridare quello che non va o quello che dovrebbe essere o semplicemente per superare i passaggi della crescita infantile e la scoperta del mondo.
Non occorre elaborare un testo letterario per applicare la scrittura collettiva nelle classi. Con questa tecnica di mutuo insegnamento si possono scrivere avvisi da appendere sulla bacheca scolastica per comunicare iniziative ed eventi (l’inizio del prestito dei libri in biblioteca, il mercatino di Natale…), oppure una lettera al Sindaco, al preside o a un personaggio pubblico a cui si vuole chiedere qualcosa. Molte scuole propongono il giornalino scolastico.
Si può inoltre lavorare su temi specifici, per esempio qualcosa che riguarda l’esperienza concreta degli alunni, legata a un’attività svolta assieme (una passeggiata, una visita a un museo, al mercato della città…). Ognuno scrive un pensiero su un foglietto che mette in un cestino. Un bambino verrà chiamato per pescare i biglietti uno alla volta e un altro li leggerà. Questi verranno usati per creare un testo unico. Tutto il gruppo-classe deciderà anche il titolo.
La merenda fruttuosa
L’insegnante Natascia Turato, nostra corsista, ci riporta un esempio concreto dalla scuola primaria di Polegge di Vicenza dove, ogni venerdì, si organizza la merenda fruttuosa, ossia si mangia frutta per merenda e ogni bimbo porta il frutto che vuole.
A inizio anno, alle classi quarte o quinte viene affidato l’incarico di scrivere l’avviso che ricordi l’iniziativa, soprattutto per presentarla ai bimbi di prima. Una volta divisi in gruppetti ragionano su come scrivere il testo, prima in brutta e successivamente in bella con disegni. Gli avvisi vengono quindi fotocopiati e consegnati, oltre che ingranditi e appesi in bacheca.
Questo sistema di scrittura collettiva richiede un tempo contenuto (in una settimana si può fare tutto: progettazione, scrittura, revisione, stampa e distribuzione) ed è motivante e responsabilizzante per i ragazzini.

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Un’altra tecnica di mutuo insegnamento è la lezione tutorial
Bambini e ragazzi si offrono di insegnare ai compagni qualcosa che sanno fare in uno scambio reciproco, un baratto di conoscenze e competenze dove ognuno diventa insegnante e alunno imparando reciprocamente e dove il «vero» insegnante, rimanendo in osservazione, diventa regista (o testimone) del processo di mutuo apprendimento.
Può avvenire sotto forma di aiuto diretto, chi sa una cosa, chi ha già imparato, aiuta l’altro; oppure in gruppo si possono preparare delle lezioni (di storia, geografia, scienze…) per poi presentarle alla classe.
Il mercatino delle cose da imparare
Come esempio di lezione tutorial, che vi ricordiamo è una tecnica di mutuo insegnamento, vi presento Il mercatino delle cose da imparare, iniziativa dell’insegnante Paola Sabatino dell’Istituto Comprensivo Santa Lucia di Cava de’ Tirreni.
Si tratta di un’attività di lezione tutorial svolta a inizio anno scolastico che è servita anche per riprendere e rafforzare la relazione tra i compagni, favorendo un positivo clima socio-relazionale di classe.
In una classe quinta, composta da venti alunni, l’insegnante ha disegnato sulla lavagna in ardesia una tabella a due colonne: sul lato sinistro ha scritto “MAESTRI (offro)” e su quello di destra “ALUNNI (cerco)”. Poi ha messo il titolo: “IL MERCATINO DELLE COSE DA IMPARARE”.
Ha quindi chiesto cosa desiderassero gli venisse insegnato dai compagni in qualsiasi ambito, non soltanto legato alla scuola. Si sono costituiti dei gruppi formati da chi chiedeva di imparare e chi offriva di insegnare. Con l’autorizzazione dei genitori, si sarebbero dovuti organizzare per incontrarsi di pomeriggio per usare questa tecnica di mutuo insegnamento. Nel tempo di una settimana, gli alunni dovevano documentare il lavoro con foto e/o video ed esporlo poi oralmente al resto della classe. Con alcune variazioni adeguate all’età, l’attività può essere proposta in ogni ordine di scuola.
Con questa tecnica di mutuo insegnamento, il ruolo dell’insegnante risulta ancor meno invasivo, mostrando concretamente agli studenti non solo che sono in grado di essere loro stessi gli insegnanti per i compagni, ma rivelando spesso alla classe competenze sconosciute di quei ragazzi che, per timidezza o per altri motivi, non hanno mai rivelato di essere esperti in quel determinato campo. Questo, oltretutto, mi sembra un fattore in grado di innescare anche una dinamica di maggiore coesione del gruppo-classe a livello sociale.
Lo studio cooperativo è una tecnica di mutuo insegnamento
Si impara dai compagni, nella condivisione con gli altri.
È proprio l’imitazione reciproca che permette di apprendere. Se si studia assieme si aumenta la motivazione e la voglia di farcela per un obiettivo comune. Non la scuola della competizione, quindi, dove si guarda al voto dell’altro o se l’altro è più bravo, ma la scuola dove tutti collaborano per un apprendimento efficace.
Studiare assieme in gruppo, in classe ma anche in un contesto esterno (in giardino, al parco), è un grande stimolo per ritrovare la motivazione (soprattutto nei ragazzi più grandi) e acquisire le competenze grazie all’aiuto dei pari.
Le parole di Mario Lodi
Vi lascio con le parole di Mario Lodi
La scuola dovrebbe prima di tutto considerare con rispetto (cioè con amore) tutti i bambini e metterli nelle condizioni ottimali per esprimere il proprio pensiero agli altri e avere quindi una motivazione a parlare, a scrivere, a usare tutti i linguaggi umani. Per far questo occorre considerare i compagni alla pari, amici e non antagonisti, collaboratori…era più facile fare scuola col libro di testo davanti, voltando le pagine, studiando da qui a lì; la lezioncina, il voto e via.
Articolo tratto dall’intervento di Marta Versiglia, pedagogista, counselor maieutica e formatrice CPP durante il convegno “A scuola si impara dai compagni”.
22 maggio 2025