Il corpo è un vettore molto importante di messaggi espliciti ed impliciti. Esso riesce ad articolare sottili complessi di emozioni e di affetti a cui non sempre la lingua verbale riesce a dare un nome.
Noi nel corpo portiamo iscritte tutte le vicende affettive e relazionali che abbiamo vissuto fin dalla nascita, e il linguaggio del corpo diventa uno strumento fondamentale per comprenderle. I suoi messaggi, tuttavia, spesso sono incomprensibili o quantomeno enigmatici. La memoria implicita dei primi tre anni di vita, infatti, sfugge alla memoria razionale, così come i traumi infantili che spesso nel corso della nostra crescita abbiamo rimosso per non soffrire.
Il corpo, tuttavia, non è mai muto e con la postura o con l’oscuro linguaggio dei sintomi comunica il suo disagio e la sua sofferenza. Così, ad esempio, se nel primo anno di vita vi sono state difficoltà di relazione con la propria madre, per un’adolescente o anche per una persona adulta, può essere impossibile sentirsi a casa nel proprio corpo.

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Linguaggio del corpo, fisicità e salute
Nasceranno, quindi, difficoltà di mentalizzazione della sessualità o della propria identità corporea. Il corpo, inoltre, potrà essere simbolizzato emotivamente come un persecutore, diventando così un oggetto estraneo da tagliare o da affamare.
Tra i messaggi che il corpo tende a significare inconsapevolmente vi sono le malattie psicosomatiche e, più in generale, tutte quelle sindromi, come il cancro, correlate con stati depressivi e quindi con l’abbassamento del sistema immunitario.
Si tratta di rendere pensabili i messaggi del corpo per offrire ad ogni persona un linguaggio più chiaro che le permetta, nell’ambito relazionale, di trovare una risposta affettiva ed emotiva in grado di modificare il disagio che è dietro tali sintomi e per rendere il linguaggio del corpo più accessibile e comprensibile.
Testo di Diego Miscioscia, psicologo, psicoterapeuta e autore
17 settembre 2025