Nella scuola i conflitti sono inevitabili: possono nascere tra alunni, oppure tra colleghe e colleghi. Spesso vengono percepiti come ostacoli, fonti di stress e fatica, ma in realtà rappresentano segnali vitali di relazione. Se accolti e guidati, possono trasformarsi in occasioni preziose per star bene a scuola e per favorire una crescita personale e professionale, contribuendo al benessere individuale e al buon clima della comunità scolastica.
- Il conflitto tra alunni
- Relazioni tra docenti
- Benessere e salute: un intreccio indissolubile
- Strumenti e percorsi per una scuola che cura le relazioni
Il conflitto tra alunni come occasione educativa e per star bene a scuola
Litigi, esclusioni, parole impulsive: la vita di classe è costellata di piccoli e grandi contrasti. Per molte insegnanti rappresentano una fonte di preoccupazione, perché temono che incrinino il clima di gruppo o che siano segnali di fallimento educativo.
In realtà il conflitto è parte integrante della crescita e contribuisce a star bene a scuola. Se viene accompagnato con attenzione, diventa un terreno fertile dove i bambini imparano a stare insieme non solo nei momenti facili, ma anche nelle difficoltà.
L’insegnante, invece di spegnere le divergenze, può guidare gli alunni a riconoscere emozioni e bisogni, a mettersi nei panni dell’altro e a cercare soluzioni rispettose di tutti. In questo modo la classe si trasforma in una palestra di democrazia, dove si coltivano competenze sociali come cooperazione, empatia e rispetto delle regole condivise.
Relazioni tra docenti: quando la differenza diventa ricchezza
Anche tra adulti i conflitti sono frequenti. Nelle scuole possono nascere tensioni legate al carico di lavoro, a diverse impostazioni metodologiche o a scelte organizzative. Spesso vengono vissute come un pericolo per la serenità professionale, oppure come difficoltà da minimizzare.
Eppure il conflitto tra colleghi non è un difetto del sistema, ma la prova che le relazioni sono vive. Affrontato senza paura, diventa occasione per conoscersi meglio, chiarire visioni, scoprire punti di vista diversi e persino innovare le pratiche didattiche.
Le differenze non sono un ostacolo da rimuovere, ma una risorsa da valorizzare: imparare a farlo permette di costruire un ambiente lavorativo più umano, di star bene a scuola, in cui la fatica relazionale non logora ma sostiene e arricchisce.

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Star bene a scuola e salute: un intreccio indissolubile
Star bene a scuola non coincide soltanto con l’assenza di malattie fisiche. È fatta anche di equilibrio emotivo, senso di appartenenza, fiducia reciproca e capacità di collaborazione. Numerose esperienze dimostrano che il benessere professionale è strettamente legato alla qualità delle relazioni.
Quando i conflitti vengono gestiti in modo positivo, diminuiscono ansia e frustrazione, aumenta la fiducia e migliora il clima generale. Per gli alunni questo significa sentirsi accolti e sicuri. Per i docenti significa alleggerire il carico emotivo, lavorare con maggiore serenità e trarre energia dal confronto. Una scuola che riconosce e affronta i conflitti diventa un luogo di crescita non solo cognitiva, ma anche affettiva e sociale.
Strumenti e percorsi per una scuola che cura le relazioni
Trasformare i conflitti in risorse richiede strumenti concreti e continuità. Non basta la buona volontà: occorrono competenze di ascolto, spazi di confronto, momenti di riflessione condivisa e routine di dialogo. È fondamentale che la scuola nel suo insieme sostenga questi processi, affinché le relazioni non restino un aspetto marginale, ma diventino un bene comune riconosciuto e valorizzato.
Accompagnare bambini e adulti a vivere le differenze come opportunità significa costruire una comunità scolastica capace di prendersi cura delle persone che la abitano. Una comunità dove i conflitti non spaventano, ma aiutano a crescere e a rafforzare la salute emotiva e professionale di tutti.
Vivere bene i conflitti a scuola non è un’utopia, ma una possibilità concreta. Richiede uno sguardo nuovo, la disponibilità a mettersi in gioco e strumenti adeguati. Lì dove i contrasti vengono affrontati con rispetto e responsabilità, nascono benessere, fiducia e senso di comunità. E insegnare diventa non solo un lavoro, ma un’esperienza di crescita condivisa.
Redazione
26 settembre 2025