Competenza conflittuale e salute: perché vanno insieme.

Bisogna allenare la propria competenza conflittuale perché qualsiasi essere vivente deve saper gestire il conflitto altrimenti muore o si ammala.
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la competenza conflittuale raffigurata come due persone testa contro testa, ma non arrabbiate

Bisogna allenare la propria competenza conflittuale perché qualsiasi essere vivente deve saper gestire il conflitto altrimenti muore o si ammala. Questa affermazione apre un territorio da un lato poco esplorato e, dall’altro, esplorato in maniera inconsapevole, ovvero quel territorio fra la competenza conflittuale, ossia la gestione dei conflitti, e la salute. Ci troviamo di fronte a un argomento vastissimo.

Alcuni punti permettono di dire che la correlazione fra competenza conflittuale, contrapposta alla carenza conflittuale, e salute, ovvero la ricerca di un benessere organico complessivo, appartiene proprio all’area di apprendimento sulla gestione dei conflitti. Ne condivido con voi alcuni.

Competenza conflittuale e pratica dell’ascolto

Non può esistere competenza conflittuale senza la competenza all’ascolto.

Per questo motivo ho introdotto la tecnica dell’ascolto senza commento, che va oltre l’ascolto attivo inventato da Carl Rogers e dai suoi collaboratori negli anni Cinquanta. L’ascolto senza commento è una pratica molto applicata nel Colloquio Maieutico, ma che consiglio anche nella vita di tutti i giorni perché la possibilità di essere ascoltati senza interferenze, andando nella logica di spegnere la lamentazione proprio attraverso l’ascolto, ha una dimensione paradossale molto significativa.

Per spiegarlo con un esempio pratico, tentare di interrompere una suocera logorroica porta ad alimentarla: lei non aspetta altro perché eventuali interruzioni le indicano che la questione non è ancora chiara al suo interlocutore. Quindi va avanti. Molto pericoloso…

Qui oggi aggiungiamo un tassello e consideriamo l’ascolto come ascolto di sé stessi nel contesto di vita sociale e individuale, di sé stessi nel proprio essere. In fondo, la salute è anche questo: riuscire a cogliere la sostanza della propria configurazione come essere vivente. Per farlo bisogna ascoltarsi.

Le società di una volta erano maggiormente sintonizzate con l’ascolto del proprio essere, anche come corpo. Per esempio, il bisogno di camminare è atavico: «Se non cammini, ti ammali». Si tratta di un bisogno primario che va ascoltato. I nostri antenati erano dei camminatori. Il bambino, ad esempio, non può essere sedentario, è un assurdo biologico. Questo tipo di ascolto, l’ascolto di sé stessi, le pause (anche scolastiche) di vita sono estremamente importanti.

Meglio le domande che le risposte

Farsi domande, più che cercare risposte. Tipico dei nostri tempi: tutti andiamo a cercare su internet risposte che non si trovano. Come si può pensare di utilizzare internet per l’autodiagnosi?

È molto importante farsi domande e sapersi chiedere cosa fare, come impostare, come gestire, come riuscire a organizzarsi in funzione di tutta una serie di problemi. Pensate al caldo torrido delle ultime estati. Quando ero ragazzo, fra gli anni Sessanta e Settanta, non esistevano i condizionatori. Bisognava quindi cercare dei posti freschi. Oggi la situazione è cambiata.

Si tratta di organizzazione e le domande permettono di organizzarsi adeguatamente.


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Vedere altri punti di vista per avere competenza conflittuale

La capacità di decentramento è la capacità di vedere punti di vista alternativi, tipica della gestione dei conflitti. Il bello della capacità di gestire i conflitti sta proprio in questo: vedere altri punti di vista.

Quando si ha un conflitto con qualcuno lo si dovrebbe ringraziare, attuando la propria competenza conflittuale, perché offre un’altra prospettiva. Una possibilità che applichiamo anche con i bambini nel metodo Litigare Bene quando chiediamo a ciascun bambino di esporre al suo antagonista la propria versione, piuttosto che dare ragione all’uno o all’altro.

Gli esempi sono tanti. In epoca di Covid, la questione della Tachipirina, che si rivelò un disastro assoluto nel trattamento del virus, aprì un conflitto tra chi ne sosteneva l’uso e chi invece affermava che erano più efficaci gli antinfiammatori. Io stesso, che mi ammalai proprio durante la prima pericolosissima ondata, sentii diversi amici e uno di loro mi consigliò di non prenderla. Funzionò e me la cavai.

Un altro esempio del cercare altri punti di vista mi riguarda personalmente. Nel 2016 soffrii di acufene, un fischio persistente e acuto nell’orecchio. Mi rivolsi a un otorinolaringoiatra, un primario, che mi disse: «È il catarro», e mi diede un fluidificante. Dopo ventiquattro ore, ero conciato peggio di prima.

Mi venne in mente che fra i genitori che seguivo a Milano c’era un manager che pativa questo stesso problema. Lo chiamai e mi disse che avevo quindici giorni per debellarlo (questo disturbo va infatti trattato con cortisone in tempi rapidi). Fortunatamente, qui a Piacenza operava un luminare che mi fece fare otto giorni di day hospital e
ne venni fuori. Se avessi seguito la pista del fluidificante del catarro, mi sarei tenuto l’acufene a vita con gravi rischi di sordità.

Questo è quello che insegna la gestione dei conflitti: a non accontentarsi e a vedere altri punti di vista. Possiamo considerarla una posizione anticonformistica: il conflitto diviene divergenza creativa.

La competenza conflittuale è davvero utile?

Non siamo qui alla ricerca dell’ennesima verità sulla salute. Ci troviamo piuttosto in un’area di ipotesi, di ricerca e di conferma a vari livelli. Certamente non lo considero un automatismo, ma una questione in cui il prendersi cura del proprio stato di benessere psicofisico è correlato al prendersi cura anche della gestione dei conflitti.

Anzi, questa appare una delle modalità centrali per poter preservare la propria salute. Siamo nell’ambito della prevenzione.

Nel nostro lavoro cerchiamo di aiutare a creare le condizioni più stabili che ci permettono di stare bene. Saper gestire i conflitti è una forma prioritaria per mantenersi in uno stato di salute nella stessa logica che sostiene l’OMS: uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia.

Daniele Novara, tratto dalla sua Lectio magistralis “Competenza conflittuale e salute”.
29 agosto 2025

la competenza conflittuale raffigurata come due persone testa contro testa, ma non arrabbiate

Bisogna allenare la propria competenza conflittuale perché qualsiasi essere vivente deve saper gestire il conflitto altrimenti muore o si ammala.

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