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Le relazioni e il contagio emotivo in classe

Le relazioni sono più complesse di quanto non appaiano a un primo sguardo. La classe scolastica non fa eccezione.
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Le relazioni sono più complesse di quanto non appaiano a un primo sguardo. La classe scolastica non fa eccezione.

Sappiamo che le relazioni tra le persone sono più complesse di quanto non appaiano a un primo sguardo.
Per esempio, possiamo comunicare ma anche metacomunicare, ossia comunicare sulla comunicazione.

Le relazioni in classe

In classe, come dappertutto nelle relazioni, la comunicazione non circola soltanto per le vie ufficiali, ma segue anche percorsi non immediatamente evidenti (umore, emozioni trattenute o represse, atteggiamenti del corpo, mimiche, illazioni, attese degli uni nei confronti degli altri).

Alcuni aspetti della comunicazione (verbale e non verbale) sono immediatamente evidenti e facilmente decodificabili, altri invece sono impliciti e nascosti. E, a complicare il quadro, non sempre sono intenzionali, consci o efficaci.

Le ricadute nelle relazioni

Questa complessità espressivo-comunicativa comporta una serie di ricadute.

Così come un alunno può inconsciamente assorbire le emozioni, le tensioni o l’entusiasmo dell’insegnante, allo stesso modo un insegnante può assorbire, per via subconscia, la buona disposizione dei suoi alunni oppure la loro irrequietezza, la loro difficoltà a concentrarsi o la loro opposizione nei confronti delle attività che si stanno svolgendo in classe; ma anche gli effetti di relazioni difficoltose, litigi tra compagni o di rivalità scolastiche.

Esistono vari modi per esprimere in forma non esplicita sentimenti come la noia, la scontentezza, il risentimento, magari arrivando in classe in ritardo, dimenticandosi sistematicamente di fare i compiti, chiudendosi in un ostinato mutismo, facendo dispetti ai compagni, mancando di rispetto all’insegnante.


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L’identificazione proiettiva nelle relazioni

L’identificazione proiettiva è un processo inconscio in base al quale una persona assume i sentimenti e lo stato psicofisico di un’altra come se fossero i propri. Quello che si verifica è una specie di contagio emotivo, più frequente in famiglia e tra i membri di una coppia, ma presente anche nelle classi scolastiche grazie alla frequentazione quotidiana che, durante il corso dell’anno, esiste tra gli alunni e gli insegnanti.

Può dunque accadere che un insegnante arrabbiato trasmetta la propria collera trattenuta agli alunni i quali, senza un motivo comprensibile, appaiono distratti, irritati, chiacchierano e ridacchiano tra di loro in modo fastidioso. Ma può anche accadere il contrario, ossia che un alunno trasmetta la propria collera o malcontento inespressi all’insegnante e ai compagni più recettivi e a lui più prossimi.

Cosa fare?

Generalmente, l’insegnante oppone resistenza, cerca di non lasciarsi influenzare dalla cattiva disposizione dell’alunno, dalla sua arroganza, dai suoi atteggiamenti irritanti; ma quando lui stesso è carico di tensione (per motivi che possono avere a che fare con la vita della classe oppure essere del tutto estranei come quelli che riguardano la sua vita privata) può, alla fine, assorbire la collera dell’alunno, farsene portatore ed esprimerla al posto suo mentre il ragazzo, strafottente, gli domanda «Ma che cosa ho fatto di male?!».

Insomma, nelle relazioni possono crearsi giochi degli specchi in cui si prova un certo sollievo nel contagiare gli altri, ossia nel trasferire su di loro le proprie tensioni. L’insegnante può inconsapevolmente cercare di liberarsi delle proprie tensioni trasferendole sugli alunni che entrano in contatto con il suo malumore e incominciano a distrarsi, a disturbare, a fare tutt’altro invece di seguire le sue indicazioni.

Questi, a un certo punto, rendendosi conto di avere perso il controllo della classe, si sente autorizzato a intervenire (Ha finalmente una buona ragione per prendersela con qualcuno) e a ricorrere a provvedimenti disciplinari. Spedendo magari il soggetto in questione dal dirigente o mettendo una nota a tutta la classe. Come per magia il malessere dell’insegnante si materializza negli alunni e nelle punizioni. Ora che quel malessere è esterno e non più interno, può incominciare a rilassarsi.

Testo tratto dall’articolo “Il contagio emotivo in classe” scritto da Anna Oliverio Ferraris e pubblicato sulle pagine di “Conflitti“. 30 giugno 2025

Le relazioni sono più complesse di quanto non appaiano a un primo sguardo. La classe scolastica non fa eccezione.

Le relazioni sono più complesse di quanto non appaiano a un primo sguardo. La classe scolastica non fa eccezione.

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