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Il Teatro delle Emozioni

È un luogo per esplorare la propria storia e le proprie risorse.
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Persone nel teatro di psicodramma del CPP di Piacenza

La storia del Teatro delle Emozioni nella sede CPP di Piacenza

L’idea di creare un teatro è nata dalla constatazione dell’efficacia dell’utilizzo della metodologia psicodrammatica all’interno di alcune esperienze formative del CPP, in particolare quelle che riguardano l’esplorazione degli aspetti emotivi e autobiografici.

La motivazione della validità del metodo sperimentato e l’intenzione di poterlo utilizzare al meglio in uno spazio idoneo, convinse Anna Boeri e Daniele Novara a creare il Teatro.

Tra giugno e settembre del 2005 il teatro fu progettato e realizzato, e il 15 ottobre dello stesso anno fu inaugurato alla presenza di Giovanni Boria che animò l’incontro conducendo una vera e propria sessione di psicodramma.

Il Teatro delle Emozioni 

Dal 2005 il Teatro ha visto crescere la propria attività proponendo seminari tematici, corsi brevi, corsi annuali. Tutte le attività, occupandosi dell’area della crescita personale, sono inserite nelle proposte formative del CPP e della sua Scuola di Counseling Maieutico per la crescita personale.


Percorsi attivi in presenza nel Teatro delle Emozioni

Inoltre è possibile partecipare al corso in diretta online “Conoscersi e riconoscersi”

I percorsi di crescita personale sono condotti da Anna Boeri.


Lo psicodramma è sostanzialmente un metodo di gruppo, tuttavia il teatro è uno spazio ideale anche per percorsi individuali dove utilizzare al meglio la metodologia.

Cos’è lo psicodramma moreniano?

La parola psicodramma è composta da “psico” (mente) e “dramma” (azione) e significa: “La mente in azione”.

Indica un metodo di approccio psicologico ideato nei primi anni del Novecento da J.L. Moreno (1889-1974), che consente alle persone di esplorare i propri contenuti interiori attraverso l’azione scenica.

Le esperienze e i vissuti personali non sono semplicemente raccontati, ma sperimentati concretamente nel “qui ed ora” della scena. Il richiamo al teatro e al suo significato di dare forma agli accadimenti e ai contenuti della mente è molto evidente.

Nello psicodramma come nel teatro esiste la possibilità di essere alternativamente attori e spettatori e questo consente di “guardare e di essere guardati”, di giocare ruoli diversi, di accedere alla propria e altrui intimità attraverso un’esperienza umana e creativa molto significativa.

Nello psicodramma è centrale la funzione del gruppo. Il gruppo è condotto secondo precise e definite modalità con l’obiettivo di permettere alle persone che partecipano di fare importanti e significative esperienze relazionali basate anche sulla soddisfazione dei bisogni fondamentali di sicurezza, appartenenza, affetto, stima e autostima.

Il clima relazionale che si crea nel gruppo tende a contenere il più possibile l’ansia con la finalità di consentire alle persone di accedere e di fare esperienza della spontaneità-creatività per superare i blocchi e le rigidità che impediscono di affrontare e realizzare le proprie potenzialità e i propri talenti.

Lo psicodramma è una palestra di espressività, dove i partecipanti si sperimentano nella globalità dei diversi linguaggi (emotivi-cognitivi-corporei), e questa ripetuta esperienza porta gradualmente a nuove acquisizioni significative per il benessere interiore e la crescita personale.

L’esperienza di Patrizia, un’allieva CPP.

Dopo l’esperienza del corso annuale La manutenzione emotiva mi sono sentita veramente meglio, di un benessere interiore associato a un livello di autostima curato e rigenerato.
Si parte da noi, dal nostro profondo ma soprattutto da noi piccoli, dalle esperienze dell’infanzia o del- l’adolescenza, dai rapporti con i genitori.

Dagli episodi miei e del gruppo appaiono e riappaiono le immagini, come da fotografie sfuocate. 
Le emozioni la fanno da padrone, sono i colori della foto e anche l’essenza della gioia e del dolore che permangono fissati nel nostro corpo, come marchio a vita.
Nello psicodramma le immagini che riaffiorano dalla nostra memoria prendono vita attraverso l’aiuto e la rappresentazione guidata.

A questo punto la fotografia diventa scena viva.
La potenza è pari a quella di un vortice che ti risucchia e poi, a poco a poco, con la guida consapevole e preparata, vivi e rivivi, aggiusti, rimedi trasformi, dai pace a quel dolore che con il tempo era quasi sordo ma fastidioso. Ecco si esce dalla scena, la stanchezza la fa da padrona accompagnata da benessere e leggerezza.
Mi sento un’altra, meglio!!!!

Persone nel teatro di psicodramma del CPP di Piacenza

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