L’allenatore e le sue competenze

Quali sono le competenze necessarie ad un allenatore o una allenatrice? Non è possibile focalizzarsi solo su quelle tecniche, serve ben altro.
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Quali sono le competenze necessarie ad un allenatore o una allenatrice? Non è possibile focalizzarsi solo su quelle tecniche, serve ben altro.

Quali sono le competenze necessarie ad un allenatore o una allenatrice?
Operare in un settore sportivo giovanile oggi è difficile e impegnativo, occorre assumersi un carico di responsabilità importanti. All’allenatore o allenatrice si chiede di ricoprire con competenza diversi ruoli sia in qualità di tecnico esperto sia di insegnante, di attento osservatore e in buona sostanza di educatore. Gli si chiedono competenze che vanno dall’ambito tecnico a quello relazionale, dall’ambito organizzativo a quello metodologico.

Le competenze di un allenatore

L’allenatore deve conoscere bene i gesti tecnici, saperli insegnare, usando le metodologie più adatte alle varie fasce d’età, scegliendo le attività più coinvolgenti per i ragazzi, deve sapere motivare tutti i giovani atleti e dedicare tempo e attenzione a ognuno di loro.

A tutto ciò si aggiunge la richiesta sempre più pressante delle famiglie che hanno demandato all’operatore sportivo vari compiti educativi, come per esempio fare rispettare le regole, preparare alla vita di gruppo, insegnare l’autocontrollo e l’accettazione dei propri limiti, favorire l’autonomia e altro ancora.

Dunque, non c’è spazio per l’improvvisazione e il volontariato non è garanzia di bravura, competenza e affidabilità. È urgente qualificare la proposta sportiva ed elevare sempre più le competenze e la preparazione dei tecnici.

La preparazione per allenare

Ai corsi di formazione per allenatori, a cui spesso prendo parte, mi capita di conoscerne parecchi molto motivati a migliorare il proprio livello di conoscenze tecniche, educative e pedagogiche. Questi, al termine della loro giornata lavorativa, affrontano, in maniera encomiabile, l’onere di partecipare ai corsi, come fosse un dovere morale, oltre che un’esigenza professionale.

Altre volte mi imbatto invece in allenatori che reputano superfluo l’aggiornamento e altri ancora che si dimostrano sfiduciati, rassegnati e impotenti di fronte a una situazione sportiva giovanile che giudicano insostenibile (cattivi rapporti con i genitori, offerta sportiva scolastica insufficiente, ragazzi svogliati e maleducati, dirigenti poco disponibili, federazioni poco presenti) e sono pronti a gettare la spugna di fronte a qualsiasi stimolo per tentare di risolvere i problemi, che andrebbero semmai affrontati con maggiori strumenti
culturali.

D’altra parte, i dirigenti delle società sportive non sempre credono e sostengono i settori giovanili, spesso non sono in grado di reclutare allenatori preparati per operare con i minorenni, e si lamentano che mancano le risorse finanziare, ma anche quelle umane.


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Come uscire dall’impasse?

Le società sportive potrebbero investire nell’istruzione dei propri operatori, siano essi allenatori, preparatori atletici o dirigenti-accompagnatori, riservando una quota del budget societario, a sostegno della partecipazione ai corsi di formazione e di aggiornamento.

Inoltre, mi sembrerebbe corretto, per elevare la qualità dell’offerta sportiva, prevedere nel proprio organico una squadra di consulenti, fra cui un laureato in scienze motorie, un pedagogista o psicologo dello sport, un medico ortopedico, un fisioterapista, i quali, oltre che intervenire direttamente sui giovani atleti, potrebbero occuparsi anche della formazione degli adulti (allenatori e genitori).

Il compito di educare

Non si può pretendere di educare i ragazzi tralasciando la formazione degli adulti di riferimento, allenatore compreso, dai quali i primi vengono influenzati nei loro comportamenti e apprendimenti. Chi educa i giovani attraverso lo sport deve essere disponibile a riflettere criticamente sulla propria esperienza, valutando continuamente il proprio operato, sia dal punto di vista tecnico, sia educativo, aiutato da personale qualificato, da studio costante e buone letture.

Per dotarsi di validi strumenti di autovalutazione non vedo strada diversa dall’aggiornamento continuo per tutto l’arco della propria carriera da allenatore o allenatrice, in cui si è a contatto con i ragazzi. La curiosità, la passione e l’entusiasmo, che non devono mai venir meno per questa professione, faranno il resto.

Anche la collaborazione con le università, sia per quanto riguarda i corsi di studi in scienze motorie sia in Scienze dell’educazione, può fornire un valido aiuto per avere personale qualificato ed elevare la qualità dell’offerta sportiva ed educativa. Infine, la variegata offerta del CPP in tema di formazione ed educazione può essere considerata un valido supporto a proposito.

Testo tratto dall’articolo “Elevare le competenze degli allenatori nei settori giovanili sportivi” di Lucia Castelli pubblicato sulla rivista “Conflitti“. 02 luglio 2025

Quali sono le competenze necessarie ad un allenatore o una allenatrice? Non è possibile focalizzarsi solo su quelle tecniche, serve ben altro.

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