Paternità, quattro coordinate per affrontarla

Come mettere le basi per vivere al meglio la paternità comprendendo l'importanza del proprio ruolo. Anche in questo periodo storico.
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Come mettere le basi per vivere al meglio la paternità comprendendo l'importanza del proprio ruolo. Anche in questo periodo storico.

Ogni uomo che diventa padre diventa un simbolo dell’archetipo della paternità. Ogni uomo che diventa padre e accetta di esserlo, diventa un simbolo terreno dell’archetipo del Dio Padre.

La paternità nella nostra cultura

Nella nostra cultura occidentale, impregnata comunque di antropologia cristiana, al di là del fatto che uno creda o meno secondo quanto la religione cristiana prevede, l’immagine del padre si lega molto a quella di un Dio di una certa età, sicuramente con una barba tendente al grigio o al bianco. Molti quadri rappresentano tale figura, ma la stessa rappresentazione di Babbo Natale, babbo appunto, rimanda a questo archetipo.

Se questa premessa viene accettata, dobbiamo mescolarla col fatto che da tempo filosofi, sociologi, antropologi, teologi, psicologi e pedagogisti sostengono che Dio è morto, che l’archetipo di questa paternità ha perso energia e la crisi del padre moderno sembra esserne la prova. Se l’archetipo, l’archè, il principio, l’origine, viene scaricato della sua energia, è ovvio che ciò che ne deriva sarà senza vitalità. Da una radice senza energia, fatica a nascere una pianta viva, questo ci insegna la biologia.

Ma così non è nel mito e nell’inconscio. Ad una morte segue una rinascita e fiduciosi di ciò possiamo sperare che in questa crisi una nuova paternità possa costellarsi.

Cosa succederà non lo so. Io mi permetto, umilmente, da vecchio padre, di suggerire quattro coordinate per i giovani padri che vogliono partecipare a questa ricerca per una nuova paternità. Quattro coordinate che indicano strade da percorrere, quattro punti cardinali come il nord, il sud, l’est e l’ovest.

Coltivare l’anima durante la paternità

La parte femminile dell’uomo, che ha a che fare con dimensioni inconsce anche profonde, può essere coltivata prestando attenzione a tutto ciò che rimanda al femminile, sia fuori che dentro di sé.

È importante lasciarsi fecondare dal confronto con la donna in generale ed in particolare dalla madre del proprio figlio. Utilizzo volutamente il termine lasciarsi fecondare, piuttosto che lasciarsi abbracciare. La fecondazione innesca una trasformazione. L’uomo che considera la paternità nel mondo post patriarcale ha bisogno di essere animato dal mondo femminile, che può incontrare nel confronto con la madre di suo figlio, ma più in generale col mondo femminile, con la sua cultura e le sue visioni, con tutto il mondo caratterizzato dalla dimensione lunare.

Se l’archetipo in quanto tale è un principio universale che lascerà ovunque la sua impronta, l’avrà lasciata anche all’interno del corpo e la psiche del giovane padre al quale dedico questo articolo. E quindi è importante che ognuno vada alla ricerca di questa impronta perché questa può diventare una radice attraverso la quale attingere energia per mettere in essere nel qui e ora l’archetipo tramite la propria esistenza.

Per fare ciò occorre anche imparare a ritirarsi in sé stessi a contemplare l’essere dentro di sé. Sono consapevole che può sembrare un invito al narcisismo e per certi aspetti lo è, se per narcisismo si intende una sana autostima e una certa dose di amor proprio. È la convinzione che il divino abiti in noi, concetto presente in quasi tutte le culture. Il divino non è solo trascendente, nell’alto dei cieli o nel profondo dei mari, ma anche dentro di sé. Ciò che è in alto sta anche nel basso e viceversa, come scritto nella mistica più antica.


La convergenza educativa sul padre e sul paterno in adolescenza, articolo di Daniele Novara.

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Confrontarsi con i compagni di viaggio di paternità

Confrontarsi con i simili, gli altri uomini che stanno vivendo l’esperienza della paternità. La cultura attuale costringe l’uomo ad una rivalità contro gli altri uomini. Per affermarsi e fare carriera occorre sgomitare e lottare contro gli altri.

Realizzare un confronto cooperante tra padri non è semplice, ma quando si sono costituiti gruppi di confronto su questo tema, i risultati sono stati presto sorprendenti.

Per confrontarsi con gli altri occorrono due azioni tanto semplici quanto difficili. Smettere di sgomitare, smettere di voler sopraffare l’altro con posizioni di dominanza di tipo agonistico. Essere disponibili a pensare che l’altro ha qualcosa di interessante da raccontare e che ascoltarlo può diventare non solo un gesto di cortesia, ma un arricchimento personale.

Coltivare la dimensione verticale

In una società definita liquida è forte il rischio di “squaracquarsi” a terra senza alcuna solidità. Una buona paternità si regge anche sulla capacità di essere fallici, che non significa autoritari, ma coltivatori della verticalità, della ricerca e trasmissione di valori fondamentali e l’invito al rispetto di quei pochi tabù che sono alla base della costituzione di una convivenza civile.

In questo senso il padre può essere trasmettitore di cultura, specialmente per quelle situazioni di quotidianità sulle quali la scuola fatica ad intervenire. E non bisogna avere paura di insegnare qualcosa ai figli, di lasciare un segno sulla loro personalità.

Se da una parte infatti l’approccio maieutico è fondamentale per far si che il bambino e la bambina crescano secondo la loro identità, dall’altra anche la fornitura di conoscenze tramite l’insegnamento può essere altrettanto fondamentale per la trasmissione della cultura e per consentire a chi cresce di avere più strumenti e conoscenze possibili nell’affrontare la vita.

Coltivare il rapporto con i grandi padri

Essere e fare i genitori non è un lavoro, ma ciò non toglie che un po’ di studio può essere utile e forse necessario. È un modo per coltivare la cultura della paternità, osservando chi la mette in pratica in modo limpido ed onesto.

Può essere una paternità esercitata direttamente con i bambini e le bambine o indirettamente occupandosi della comunità, come alcune persone che hanno incarichi pubblici. Non è sempre facile individuare figure carismatiche, ma poiché ci sono, vale la pena di cercarle e coltivare il loro pensiero. E così la lettura di un buon libro o l’ascolto di un valido discorso può diventare molto nutriente e utile specialmente per quei momenti in cui un padre deve prendere delle posizioni nei confronti dei figli che richiedono una certa autorevolezza.

Sono consapevole che tenere questi punti cardinali, questo sguardo su quattro direzioni, non semplifica la complessità della vita e del mondo moderno. Ma sono altrettanto convinto che coltivando queste quattro direzioni si avrà a disposizione una bussola che consentirà di non smarrirsi oltre quello che è necessario.

Si potrà così vivere la paternità nel qui e ora, con tutti i limiti di questa categoria spazio temporale. Ma proprio nel qui e ora sarà possibile riconoscere il figlio all’inizio del percorso e in tutti i cambiamenti nei quali sarà necessario riconoscerlo nuovamente per quello che è e che sta diventando.

L’importante, alla fine di tutto, è esserci.

Testo tratto dall’articolo “Quattro coordinate, bussola per giovani padri” scritto da Claudio Riva, psicologo e psicoterapeuta, e pubblicato sulle pagine di “Conflitti“.
8 maggio 2025

Come mettere le basi per vivere al meglio la paternità comprendendo l'importanza del proprio ruolo. Anche in questo periodo storico.

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