Nuovo anno scolastico, come affrontarlo con le classi prime

Il nuovo anno scolastico è alle porte. Ecco alcuni consigli su come partire con il piede giusto grazie al mutuo insegnamento e alla maieutica
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Nuovo anno scolastico: come iniziarlo.

A seguito del convegno ci avete chiesto più informazioni su alcune attività, come il diario di bordo o la margherita delle qualità. Con questo articolo vorrei darvi qualche spunto su come impostare i primi giorni del nuovo anno scolastico, dell’accoglienza, ma anche su come progettare percorsi socio-affettivi sempre utili all’arrivo di nuovi alunni, nuovi inserimenti anche stranieri o con fragilità.

Tutto questo vale per la scuola primaria, ma riorganizzato in un linguaggio più da preadolescenti è utilissimo anche per la scuola secondaria di primo grado.

Primo step: organizzare spazi e tempi

In ottica a maieutica l’insegnante è il regista dell’apprendimento e quindi ha il compito di organizzare l’ambiente, perché questo sia il terzo protagonista della scena, o meglio perché l’ambiente sia maestro.

  • Ecco alcune domande che possono guidarci nel progettare il rientro a scuola:
  • Che illuminazione c’è nell’aula?
  • Che spazi anche esterni ho a disposizione? (giardino, palestra, atrio, atelier…)
  • Ci sono segnali visivi utili a orientarsi? (parole, lettere, segni per indicare la destra e la sinistra?…)
  • Come sono disposti i banchi? C’è un’area riposo? Quali materiali sono a disposizione dei bambini? (libri, giochi, ritagli….)
  • Come penso di usare gli armadi? Quali spazi sono a disposizione dei bambini per riporre gli oggetti?
  • Come penso di usare la lavagna? Quale alternanza con altri dispositivi presenti in classe? (ricordiamoci che l’uso della mano e della scrittura anche con il gesso che costringe a imprimere una certa forza sull’oggetto di scrittura è diverso dalla scrittura magnetica della Lim)

Posso strutturare con gli alunni la classe impostando attività specifiche, posso negoziare con i più grandi la struttura, ma consigliamo di preparare l’ambiente prima per una accoglienza più serena.

  • Come penso di organizzare il tempo a mia disposizione?
  • Quali i piccoli gesti di ogni mattina? E di ogni pomeriggio?
  • Li abbiamo condivisi tra colleghi?

Anche nella scuola primaria le agende visive sono utilissime per scandire la giornata, per instaurare le routine e far diventare rituali alcuni piccoli gesti, come il saluto all’ingresso, l’intervallo, i passaggi da una stanza all’altra o alcune attività di congedo.

Anche le linee del tempo permettono ai bambini di avere consapevolezza dello scorrere del tempo e di preventivare le azioni successive. Si possono usare grandi clessidre per veder scorrere il tempo, e introdurre via via la lettura dell’orologio, un’acquisizione che negli ultimi anni tarda ad arrivare…

Anche riprendere alcuni rituali come il calendario/che tempo che fa? tipico del circle time della scuola dell’infanzia o la suddivisione degli incarichi tra i bambini può richiamare alla memoria rituali che rassicurano i bambini.

Secondo step: la conoscenza

Gli alunni si ritrovano nelle classi senza essersi scelti, e questo desta talvolta anche stress. Nonostante gli sforzi delle commissioni classi prime, i passaggi con la scuola di ordine precedente, e le richieste ottemperate o meno delle famiglie, una percentuale di stress rimane e non sempre il bambino/a ha un punto di riferimento amicale già noto. Si inizia un nuovo cammino, non si conosce la routine, si affrontano sfide nuove.

Fondamentale allora creare il gruppo e favorire il passaggio dall’Io al Noi. Questo passaggio richiede tempo e storia condivisa, l’appartenenza alla classe, al gruppo può diventare uno degli obiettivi socio- affettivi del primo anno.

  • L’alunno/a si riconosce nel gruppo?
  • Con chi si relaziona?
  • Ha allargato durante l’anno la cerchia dei suoi contatti?
  • Chi sceglie per lavorare?
  • Chi per condividere i tempi intervallo o l’informale?

Per tenere traccia dell’esperienza del gruppo potete scegliere un quadernino, un’agenda, un contenitore ad anelli con bustine trasparenti per riporre anche materiali o costruirne una in un laboratorio creativo con i vostri studenti, che diventerà il diario di bordo.

Cosa scrivere nel diario? Chi lo scrive chi lo tiene?

Per una classe prima consiglio di ritualizzare e sottolineare la valenza simbolica di questo gesto trovando un posto dove metterlo, in bella vista, una sorta di leggio, che tutti possono tenere caro.

Impostate una regola di gruppo su come scriverlo: a turno, negoziando, chi si sente scegliendo anche di poter utilizzare diversi stili: un disegno della gita, una parola che ci rappresenta, un biglietto di una mostra. Il diario di bordo non è un registro elettronico, non è una relazione per la dirigente, non deve raccontare in ordine cronologico tutto quello che accade, ma il gruppo può lasciare un segno, una traccia di qualcosa che è stato vissuto da tutti insieme o a gruppi. Il compleanno di un compagno, l’arrivo di un bambino nuovo, quella volta che la maestra ci ha portato un materiale particolare, tutto ciò che i bambini desiderano ricordare.

Si può tornare a rileggere il diario di bordo in qualche occasione particolare, vi ricordate cosa abbiamo fatto? Oppure nel secondo quadrimestre si possono sollecitare le famiglie ad averne cura e far girare il diario a casa di ciascun bambino che ogni giorno potrà portarlo e sarà incaricato di averne cura. Può assumere diverse valenze e magari dare il via poi anche al giornalino di classe, come Mario Lodi faceva nelle sue classi. Potrebbe essere la domanda di chiusura della giornata “cosa scriviamo oggi nel diario?”


Il diario di bordo è proprio un rituale (spazio/tempo, legami e simboli), che facilita la creazione di un’appartenenza al gruppo, come potrebbero esserlo inoltre l’introduzione di bans a fine mattinata per scaricare l’energia dopo il lavoro seduti. L’uso del corpo, della voce e della musica aiuta a entrare in connessione e ritma la dinamica di gruppo. La tradizione scoutistica è piena di esempio come questo.

Come favorisco le relazioni e la possibilità che un bambino venga scelto?

Facendoli lavorare insieme in gruppo anche con attività di conoscenza, aiutiamo i bambini a scoprire interessi comuni, a vedere altri punti di vista, a riconoscersi simili e differenti.

Importante è la sospensione del giudizio, non si tratta solo dell’esigenza di fare attività per presentarsi, ma di trovare un tempo per la valorizzazione di ciascuno e dove ognuno cerchi e trovi un posto all’interno del gruppo. Ecco alcune attività di presentazione:

La carta di identità creativa e la margherita delle qualità

Come preparo l’attività? Di quali materiali ho bisogno? Quanto tempo penso di dedicare a questa attività? Ecco alcune indicazioni pratiche.

Carta di identità creativa

Fogli di carta colorati, matita pennarelli o altro per disegnare a vostro piacimento, materiali pronti su tavoli ad isole, possono facilitare la consegna. Dopo la divisione in gruppi di lavoro ognuno compila la propria carta di identità (nome, soprannome, animale preferito, personaggio preferito, ultimo cartone o film visto…).

Dopo una fase creativa si può chiedere ai bambini di suddividersi in coppia e di raccontarsela, uno ascolta e l’altro parla e viceversa. Si possono fare anche interviste incrociate o creare diverse varianti.

Ultima fase la mostra in grande gruppo, ognuno appenderà la propria carta di identità e tutti potranno leggerla. (posso usare le parole, ma anche le immagini da ritagliare).

La margherita delle qualità

Al centro del fiore il nome del protagonista, e sui petali chiederemo di scrivere: una cosa bella di me, una cosa su cui posso migliorare, una cosa che mi piace fare, una cosa che vorrei fare con l’aiuto di qualcuno (ma potete fare diverse variazioni sul tema).

Successivamente ogni bambino pianta il suo fiore e ci si da un tempo di condivisione di quanto è
fiorito in circle time.

Nella foto potrete notare che le margherite hanno composto un giardino delle emozioni, perché nella scuola in cui è stato realizzato il percorso era stato pensato per una classe terza per rompere i meccanismi e i ruoli cristallizzati, nella dinamica di gruppo per ri-conoscersi e gestire meglio le emozioni.

Queste attività ad esempio sono state molto utili anche per rovesciare situazioni difficili di gestione della classe, con bambini che si sentivano etichettati dai compagni e che quindi scoppiavano in crisi di rabbia.

Potete trovare altre attività in “Con gli altri imparo”, sperimentatele e scriveteci come è andata!


Maria Teresa Pepe, Pedagogista, formatrice e counselor maieutica.

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Bibliografia consigliata

Con Gli altri imparo, Daniele Novara e Elena Passerini, Erickson 2015
99 e +Giochi cooperativi, Sigrid Loos, Notes Edizioni 2011
Gruppo gruppo delle mie brame, Sigrid Loos e Rita Vettori, Notes Edizioni 2006
Giochi interattivi, K.Vopel, Casa Editrice Elledici 1994

Per non saper da dove iniziare due siti da consultare
www.filastrocche.it
www.bansiamo.it

Nuovo anno scolastico: come iniziarlo.

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